A FERA E MAJU


Dall′alto appare come un lungo serpente che dalla parte alta di Filippa arriva fino al Santuario del SS. Ecce Homo. E′ la famosissima e tradizionale fiera mesorachese, che si svolge nell'ultima domenica di Maggio. Esattamente dura tre giorni: sabato, domenica e lunedì. L'ultimo giorno si sposta a Mesoraca.
L′evento fieristico nasce con i primi pellegrinaggi verso il Santuario, dove i devoti si recavano per ringraziare il Salvatore dallo scampato pericolo del terremoto che, nel 1783, stravolse quasi tutta la Calabria, così che anche gente dei vicini comuni accorrono per partecipare all′evento. Donne che per fede e per voto si recano scalze al Santuario con in mano il Rosario, recitando preghiere e intonando canzoni religiose. All′arrivo al Convento ci si ferma davanti alla statua del SS. Ecce Homo rivolgendo le proprie intenzioni e ringraziando il Signore per la grazia concessa. I frati francescani del convento accolgono i pellegrini con la Santa messa che viene celebrata più volte nell'arco delle tre giornate, dando la possibilità a tutti i fedeli di poter seguire la Santa messa.

Per i giovani studenti di Mesoraca ha sempre rappresentato il campanello di arrivo delle attesissime vacanze estive, quindi la fine delle interrogazione, delle ansie per i compiti e delle "alzatacce" mattutine. E′ automatico che con l'arrivo "da fera" i ragazzi si prendono il "diritto" di anticipare la chiusura delle scuole.
Tra le"bancarelle" della fiera si possono gustare e acquistare varie genuinità gastronomiche locali come: mastazzole (mostaccioli), zuddhri, pane di castagna e tante altre specialità , vanto della tradizione culinaria mesorachese. Inseriti nella tradizione fieristica, non possiamo non citare, i famosi "vu cumprà". Sempre presenti con i loro strumenti e opere artigianali africane, capi d′abbigliamento firmatissimi, anche se ogni tanto scappa qualche lettera strana (adias, naike, dolce e lulù etc…).
Se dovessimo tornare indietro di almeno cinquanta anni, sicuramente non troveremmo esposte le merci di oggi, e soprattutto non faremmo gli stessi affari. Con il passare del tempo, anche la fiera, ha avuto la sua evoluzione. Nonostante Mesoraca usasse la moneta era abitudine usare ancora il metodo antico del baratto. Si scambiavano principalmente prodotti dell'agricoltura, dell'allevamente e dell'artigianato locale.
Qualche nostalgico ancora è rimasto ma, l′importante è che lo spirito da "fera" non vedrà mai il tramonto così che non potremmo mai avere nostalgia di un pezzo della nostra Tradizione.

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